Storia
Geografia

Berenice o Berenice Troglodytica è una città dell'Egitto che si trova sulla costa del Mar Rosso a circa 400 km a sud di Hurghada, presso il confine con il Sudan.
La città fu fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II Filadelfo per onorare la madre, Berenice I, appena scomparsa. Fu importante porto per i commerci con India ed estremo Oriente anche al tempo dell'Impero romano. Qui terminava l'importante arteria stradale della Via Hadriana, che da Antinoopolis sul Nilo raggiungeva la costa del Mar Rosso. Fu importante centro commerciale per l'importazione, fin dall'antichità, di merci pregiate tra cui oro ed avorio, oltre ad elefanti.

Vedi > Gli scavi archeologici di Berenice


Berenice II (circa 267 a.C. – 221 a.C.) , figlia di Magas, re di Cirene, e di Apame, figlia di Antioco I, fu la moglie di Tolomeo III Evergete I, il terzo sovrano della Dinastia tolemaica d'Egitto.

Berenice nacque intorno al 267 a.C. Promessa in sposa, per ragioni politiche, a Tolomeo III Evergete I, alla morte del padre Apame la fece fidanzare a Demetrio il Bello, figlio di Demetrio Poliorcete; da questi non ebbe nessun figlio. In seguito alla morte del fidanzato, avvenuta nel 255 o 250 a.C., si sposò con Tolomeo III, nel 247 a.C.

Quasi subito dopo le nozze il faraone partì per la terza guerra siriaca e Berenice dedicò una ciocca dei suoi capelli alla dea Afrodite Zefirite, nel tempio a lei dedicato, per impetrare un sollecito ritorno vittorioso del marito. In seguito alla sparizione della ciocca, nacque la leggenda che i capelli della regina fossero diventati la costellazione chiamata in seguito Coma Berenices (Chioma di Berenice). Callimaco celebrò l'evento in un poema, del quale rimangono alcune righe, conservatosi nella traduzione latina di Catullo.

Verso il 243 a.C. vinse una gara nei giochi nemeani e partecipò ai giochi olimpici.

Con Tolomeo ebbe almeno quattro figli: Tolomeo, Magas, Arsinoe III e Berenice.

Dopo la morte del marito nel 221 a.C. Berenice fu fatta uccidere dal figlio Tolomeo, nel timore che potesse dare il trono al fratello Magas.


Berenice II su una moneta di Tolomeo III
Già inserita nel culto dinastico insieme al marito con il nome di Dei Evergeti, dopo la sua morte Tolomeo creò in suo onore un sacerdozio annuale, l'Athlophoros.

 

Berenice, nel profondo Sud al confine con il Sudan, è un'oasi di tranquillità, una perla non ancora raggiunta dal turismo di massa, dove non sembra essere esistito il passato ma solo mare e deserto.

Quando G.B. Belzoni la scoprì nel 1818 non doveva essere poi molto diversa da oggi: mare e deserto, un luogo praticamente disabitato ma che stando alle testimonianze antiche doveva aver conosciuto un periodo di vita frenetica, per le miniere, i commerci e il porto. Quasi tutto sembrava essere stato inghiottito dalla sabbia portata dal vento. Scavando Belzoni portò alla luce una cittadina, forse per circa 2mila persone, dalla pianta piccola e ben ordinata, con vie perpendicolari, una grande strada principale e un porto dal fondale basso. Nelle carte del Belzoni era Sinus Immundus, il golfo immondo, per gli scogli e le pietre, da cui si salpava per la mitica terra di Punt e che oggi è meta di appassionati di immersioni e viaggiatori in cerca di tranquillità.

Sede di una base militare e navale egiziana, con un piccolo aeroporto, solo fino a pochissimi anni fa era interdetta ai turisti. Le due ore di strada da Marsa Alam sono un viaggio nel tempo, come se la sabbia e non l'uomo di fosse ripresa tutto. Non c'è traccia della Berenice di Belzoni, del tempio di Serapide e delle necropoli che aveva scoperto. Solo spiagge cristalline, mangrovie, fondali vergini, baie incontaminate. Deserto e mare. L'Egitto di Sharm el-Sheik, Hurgada e della stessa Marsa Alam è davvero lontano.

Il passato glorioso è solo nei testi antichi, dove un'inconsuetà vitalità la fa comparire con innumerevoli nomi. Infine non Pancrisia, la città d'oro in Sudan, o Cirenaica in Libia, ma, una e unica, Berenice Trogloditica: fondata sulla più antica Hemtithit intorno al 275 a.c. da Tolomeo Filadelfo che regnò in Egitto tra il 285 e il 247 a.C., col nome della madre, Berenice I. Alle spalle c'è il deserto orientale fatto di rilievi montuosi spesso impervi ma frequentati, come testimoniano migliaia di iscrizioni semitiche preislamiche, in epoca faraonica e romana perché ricchi di oro, smeraldi e minerali rari.

Davanti il mare. Centinaia di chilometri di costa intatta, davanti alla quale si apre una barriera immersa in acque trasparenti e calde, con coralli popolati da migliaia di pesci. Tartarughe, delfini, murene, pesci pagliaccio, pesci napoleone, pesci palla e barracuda. Un paradiso per appassionati di snorkeling e diving, ma non solo perché venti costanti tutto l'anno la rendono una meta ideale anche per fare surf e kitesurf. Pochissime le strutture ricettive, per lo più eco-lodge.

Oltre il promontorio di Ras Manas i fondali di Zabargad e Rocky Island offrono immersioni indimenticabili. A Zabargad c'è un'ampia laguna dalla spiaggia bianchissima e dalle verdi acque: qui gli antichi estraevano olivine pensando che fossero topazi. Rocky Island è una piccola isola calcarea, si erge di poco sopra il mare ma basta spingersi qualche metro più in là e il fondale si inabissa rapidamente. A Sud-Ovest c'è St. John, un'altra meta ambita per le immersioni, un reef di affioramenti corallini in cui non è infrequente avvistare squali longimano.

Verso Nord e Marsa Alam, il tratto che collega Berenice ad Hamata è parte del parco nazionale di Wadi el Gemal e della riserva marina che include l'isola omonima. Nato nel 2003 ospita una grande diversità di habitat e rappresenta un ecosistema terrestre e marino unico e caratteristico della costa del Mar Rosso, abitata dai pastori nomadi Ababd, uno dei quattro gruppi dei Beja. Da Nord-Ovest finiva a Berenice la via carovaniera dei 12 giorni: partiva dall'antica Coptos, oggi Qena (poco più a nord di Luxor) e attraversava il deserto in diagonale per portare coi cammelli le merci che poi sarebbero partite per Alessandria, la costa araba e le antiche Indie. Oggi i cammelli più fortunati portano a spasso i pochi turisti nei safari verso l'interno. Il destino degli altri viene deciso al mercato di Shalatin, l'ultimo avamposto meridionale. Le case verdi e azzurre, sono basse a qualche chilometro: basta salire sopra un camioncino che il deserto diventa orizzonte. Su questi camioncini i cammelli partono per il triangolo d'oro, arrivano ad Asswan, quindi a Berkash e da lì raggiungono Libia o Marocco. È la tribù dei Rashayda a controllarne l'assai redditizio commercio, appaltato ai Bishaira. Sono gli unici che possono andare avanti e indietro attraversare la frontiera senza necessità di visti o documenti. Il Sudan è subito lì. (fonte)